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Rivista Antonianum
Informazione sulla pubblicazione

 
 
 
 
Foto Nobile Marco , Saluto al P. Martino Conti in occasione della sua nomina a professore emerito , in Antonianum, 77/4 (2002) p. 796-797 .

Di P. Martino bisogna considerare tre elementi che compongono la qualità unica della sua figura: lo studioso ed educatore, il responsabile istituzionale dell’Ateneo e il Frate Minore. Egli ha mescolato e usato armonicamente tutt’e tre questi elementi.

Il P. Conti è stato ed è un biblista di tutto rispetto, che ha ricevuto la sua prima formazione accademica nello Studio Biblico Francescano di Gerusalemme (oggi facoltà di scienze bibliche e di archeologia del PAA), ove conseguì il dottorato nel 1967. Fin d’allora ha curato la sua passione per la Scrittura, unendo la scienza dell’esegeta alla sapienza dell’indagine spirituale sulla Parola di Dio. Emblematico è il titolo della sua dissertazione dottorale: Il discorso del pane di vita nella tradizione sapienziale. Così, nel tempo, egli ha ricercato, studiato e pubblicato molto sul tema veterotestamentario della Sapienza, offrendo tra l’altro un apprezzato commento al libro della Sapienza di Salomone. Tuttavia, il P. Martino non si è chiuso dietro le sbarre della specializzazione, ma, memore della scuola francescana di Gerusalemme, ha sottolineato il carattere unitario delle Scritture e ha fatto spaziare le sue ricerche  anche in ambito neotestamentario. La sua scienza poi l’ha profusa nell’insegnamento, offrendo ai suoi studenti una dottrina ferma e chiara.

Nella prima delle tre componenti rientrerebbe anche la sua fervida attività di esegeta delle Fonti francescane, ma desidero parlarne più in là, quando tratterò la terza componente.

Nella storia del PAA il P. Martino Conti si è guadagnato un posto di rilievo nelle sue funzioni accademiche di Decano della facoltà di teologia prima e di Rettore magnifico poi. La chiarezza che gli proveniva dal suo metodo di studio e d’insegnamento, egli l’ha adoperata nei suoi mandati istituzionali, soprattutto quando ha assunto il compito di reggere le sorti dell’Ateneo in qualità di Rettore. Erano tempi duri quelli…Bisognava amare l’Antonianum come l’amava P. Martino per non volerlo abbandonare alla sua crisi e al rischio di una sconfitta storica dell’istituzione. Il Rettore ha invece pilotato la nave tra scogli e marosi, cercando di resistere ai pericoli esterni e mettendo ordine nella crisi interna; è stato tenace, risoluto, umile, testardo; ha progettato, ha costruito, ha rinnovato, ha…spazzato la nuova sede accademica, sempre tenendo rigidamente le redini del governo. Frutto di questa grande operazione è stato un Ateneo rinnovato e pronto ad un nuovo corso, sostenuto canonicamente dai nuovi Statuti (1989) seguiti nei minimi dettagli in modo puntiglioso lungo tutto il secondo mandato (1990-93). Scotto della stessa impresa la debilitazione di una salute già fragile.

Alla fine del mandato, P. Martino è tornato nell’ombra all’amata attività di studioso e di docente, pur mantenendo sotto il velo dell’umiltà un’attenzione appassionata al bene dell’Ateneo.

Il Frate minore. P. Martino ha sempre curato molto questo aspetto prioritario della sua identità. Forse è potuto sembrare talora un po’ troppo rigido, ma egli ha voluto essere fedele ad un’immagine di francescano di cui era convinto e con cui è stato coerente. Egli ha amato la sua vocazione francescana al punto di mettere al servizio di essa anche la sua competenza esegetica. Copiosa è la sua produzione di opere dedicate alle Fonti francescane, alle quali ha applicato il metodo storico-critico che il biblista normalmente usa per l’interpretazione delle Scritture. Così è diventato anche maestro in un campo che dal punto di vista tecnico non gli sarebbe spettato. A questo proposito è interessante notare che le sue ultime pubblicazioni, numerose dopo aver terminato il suo mandato di rettore, si equivalgano quantitativamente sia nel campo biblico (Salmi, Sapienza) che in quello delle Fonti francescane (Testamento, Regole, ecc.). In ogni caso è stato fino ad ora instancabile.

Attualmente egli si trova nel Convento di S. Maria delle Grazie a Voghera, nella sua provincia religiosa ligure, dov’è tornato immediatamente dopo il compimento dei suoi settant’anni, per essere ligio agli Statuti del PAA.

Quel che si può dire della realtà di un uomo è sempre la minima parte, ma riguardo a P. Martino questa minima parte è sufficientemente ricca da essere un’eredità che noi dobbiamo sapere ben spendere per essere all’altezza di tutti coloro che come lui hanno dato senso a questa nostra istituzione che è il Pontificio Ateneo Antonianum.

 


 
 
 
 
 
 
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