Carbajo-Núñez MartÃn ,
La morale nell'era digitale, (03.10.2025), (37),
in
Blog: www.cssr.news, 37 (2025) p. 2
.
Alcuni studiosi osservano che, nella società odierna, la morale dell’autonegazione (self-denial) è stata sostituita dalla morale dell’autorealizzazione (self-fulfillment). Mentre la prima promuoveva virtù sociali e valori universali – come la sincerità, la lealtà, il sacrificio, la responsabilità e la fedeltà al gruppo sociale – la nuova morale si concentra soprattutto sui valori psicologici[1].
Invece di privilegiare l’autocontrollo e la disciplina rispetto agli impulsi, oggi si ritiene che la felicità dipenda dall’essere fedeli a se stessi e dal raggiungere l’autenticità personale. Già nel 1950, Riesman affermava che le norme esterne erano state sostituite da criteri interni.
Un frate anziano della mia comunità ha espresso con acume questo cambiamento dicendo: «Quando sono entrato nella vita religiosa, mi dissero che professavo per intraprendere un cammino di penitenza. Ora i giovani entrano per essere felici. Quanto è cambiato tutto!»
1. Potenziare le motivazioni interiori
In questo nuovo contesto, genitori, educatori e formatori devono partire dal desiderio di autorealizzazione che abita nei giovani, cercando di orientarlo in modo adeguato. L’obiettivo è far sì che i giovani si sentano spinti a contribuire in modo attivo e generoso negli ambiti in cui vivono: familiare, educativo e sociale. Più che insistere su ciò che devono o non devono fare, i formatori sono chiamati a mostrare loro l’orizzonte verso cui camminare.
L’accompagnamento formativo, dunque, non mira a imporre norme esterne, ma a risvegliare nei giovani una motivazione interiore che li conduca a integrare il desiderio di autorealizzazione con una vita di servizio, responsabilità e trascendenza.
Questo approccio non solo risponde ai mutamenti culturali in atto, ma trova anche fondamento nella tradizione biblica, dove l’esperienza dell’amore di Dio (indicativo) è ciò che motiva l’impegno e la dedizione (imperativo). Allo stesso modo, nella vita spirituale, l’esperienza mistica accompagna e dà senso all’impegno ascetico. Karl Rahner affermava che il cristiano del futuro sarà un «mistico», cioè una persona che ha fatto esperienza di qualcosa, oppure non sarà cristiano (Rahner 1969, 25).
2. La priorità dell’indicativo sull’imperativo
I formatori devono motivare i nativi digitali mostrando loro i valori profondi della vita consacrata e accompagnandoli nella ricerca di un perché che dia senso alle loro azioni e aspirazioni. Solo così potranno orientarsi nel flusso incessante di stimoli e sollecitazioni che la società in rete propone.
Questo approccio è fondamentale, poiché i giovani si mostrano spesso molto generosi e disponibili quando riescono a superare la logica commerciale e consumistica. Un esempio eloquente di tale generosità sono le numerose iniziative collaborative nate su Internet, come il sistema operativo Linux, Wikipedia, i forum di aiuto, i blog e le piattaforme di volontariato. Queste esperienze, frutto dell’impegno disinteressato di migliaia di persone, dimostrano che i giovani possono mobilitarsi in modo altruistico quando trovano uno scopo che li ispira.
Applicando questo principio alla promozione vocazionale, gli istituti religiosi non dovrebbero abbassare il livello di esigenza per ottenere più vocazioni. I giovani cercano soprattutto un orizzonte di senso che risponda alle sfide e agli ideali del mondo attuale: l’ospitalità e il perdono in contrapposizione alla competizione spietata; la sobrietà e la semplicità di vita in contrasto con il consumismo e la cultura dello scarto; la fraternità contro l’anonimato e l’individualismo egoista.
In effetti, la migliore promozione vocazionale consiste nella fedeltà al carisma e ai valori essenziali che danno significato alla vita consacrata. Non si tratta di proporre una vita facile, ma una vita ricca di senso, capace di rispondere con coraggio alle grandi sfide del nostro tempo.
Conclusione
Il mondo digitale non è un’opzione accessoria, ma una dimensione intrinseca della società contemporanea. Questa rivoluzione è stata accompagnata da un progressivo mutamento nel modo di intendere la morale. Di fronte a tale scenario, non si tratta di erigere barriere, ma di abitare creativamente questo nuovo contesto, promuovendo ideali e valori che orientino il nostro cammino, sia nel mondo fisico che in quello digitale.
In definitiva, siamo chiamati a costruire insieme uno spazio accogliente e ben organizzato, dove poter condividere obiettivi e speranze, sentendoci compagni di viaggio dell’intera umanità.
Prof. Martín Carbajo-Núñez
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[1] Questi paragrafi sono tratti dalla recente pubblicazione: Carbajo-Núñez Martín, Mondo digitale e vita consacrata: opportunità e sfide, Monografico “Vita Religiosa” 2/138 (2025), 118 pp.
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