Inizio > Rivista Antonianum > Articoli > Nobile Giovedì 28 marzo 2024
 

Rivista Antonianum
Informazione sulla pubblicazione

 
 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Giinter Stemberger, Farisei, sadducei ed esseni , in Antonianum, 70/3-4 (1995) p. 691 .

Un breve ma succoso saggio dello studioso che ci ha dato di recente un volu­me classico d'introduzione al Talmud e al midrash, dopo che nella precedente edi­zione (la settima) aveva tentato di rimaneggiare e aggiornare la famosa introduzio­ne dello Strack.

Lo S. sa essere con la sua ricerca provocatorio in modo costruttivo, contri­buendo a far cadere tanti luoghi comuni sulla tematica in questione, per i quali quasi non ci si sforza più di vedere se le cose possano essere andate diversamente.

Nel primo capitolo dello studio, analizza le fonti alle quali si deve ricorrere previamente per la ricerca, e cioè Flavio Giuseppe, il Nuovo Testamento e le testi­monianze rabbiniche. Ebbene, in tali fonti non si hanno testimonianze univoche e chiare per una definizione storica dei tre gruppi, anche se ve li troviamo citati e ad­dirittura collegati ad uno status sociale e ad un modo di pensare. Lo S. mette invece il dito là doye non ci si sofferma di solito, per arguire l'ambiguità e la difficoltà di mettere a fuoco la figura del fariseo, del sadduceo e dell'esseno. Flavio Giuseppe non è univoco, le fonti neotestamentarie sono tardive rispetto alle origini dei mo­vimenti e le fonti rabbiniche non sono meno oscure, quando non arrivano addirit­tura ad usare il termine di sadduceo come variante dei minim !

Dopo questa prima indagine, lo S. esamina sistematicamente prima le dottrine dei tre gruppi (secondo capitolo), poi tenta di ricostruirne una possibile storia, cer­to piena ancora d'incertezze e zone d'ombra (terzo e quarto capitolo).

Dall'analisi si evince che almeno nelle fasi più antiche, una netta distinzione tra i tre movimenti è difficile. Concezioni attribuite di solito ai farisei, venivano in realtà condivise anche dai sadducei (perfino circa la resurrezione, si può parlare per la parte sadducea non tanto di una negazione, quanto di modalità diversa d'inten­dimento). Le divergenze dovevano vertere soprattutto attorno a questioni di purità rituale, sulle quali, al contrario di quanto si crede, i sadducei erano molto più rigo­rosi e chiusi dei farisei. Gli esseni, a loro volta, sono da un lato una frangia di sa­cerdoti, separatasi dagli altri per motivi di purità; inoltre, avrebbero fatto da terre­no di coltura anche per l'identità dei farisei.

Come si può vedere, il tema affrontato dallo S. è affascinante e molto attuale; certo non definitivo, ma stimolante per mettere da parte i clichés e approfondire la conoscenza di un pianeta tutto sommato ancora sommerso.


 
 
 
 
 
 
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