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Revista Antonianum
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Foto Solares Cristobal , Recensione: G. SOVERNIGO, “Senso di Colpa, Peccato e Confessioneâ€: Aspetti psicopedagogici , in Antonianum, 75/3 (2000) p. 597-599 .

Pubblicata in quest’anno del Giubileo, l’ópera di G. Sovernigo viene a aiutarci a vívere la vera gioia e il giúbilo cristiano, frutto di una auténtica riconciliazione con Dio, con i fratelli e con la propria coscienza.

L’Autóre prende como punto di partenza il bisogno e l’aspirazione profonda di ogni persona e di ogni comunitá, di vívere riconciliati. E benché questo costituisce un desiderio, una aspirazione e un ideale, non sempre é cosciente, ma a volte nascosto, soppresso e quasi impercettíbile. E allora il vívere riconciliati, segno di una umanitá nuova e redenta da Gesucristo, trova   d’aparte dell’uomo,  delle resistenze e delle difficoltá non sempre superabili fácilmente. Infátti, molti aspetti di natura inconscia, che scáppano alla buona volontá e che réstano nella inconsapevolezza, sovente pórtano alla chiusúra anziché all’apertúra, e fanno faticáre innecessariamente sia il penitente sia il confessore. E quanto questo succede, la confessione diventa tésa, difensiva e a volta stirachiante. Allora diminuisce la capacitá di créscita e di fare festa per il perdono e la grazia ricevuta.

In una prospettiva psicopedagógica-pastorale, il Sovernigo presenta quindi delle domande, tentando delle risposte e dei suggerimenti che rispécchiano la ormai sua lunga e vasta preparazione di studioso della psicologia e la sua ampia esperienza di educatore e di sacerdote. Alcune di queste domande sono: perché la confessione fa tanto problema? Ché cosa é il senso di colpa? Ché relazione c’é tra senso di colpa psicológica e senso di colpa morale? Come aiutare a superare la difensivitá e le resistenze e come aprirsi alla créscita, alla conversione e alla trascendenza dell’amore? Come restituire alla confessione il volto festoso per la persona e per la comunitá?

L’Opera é suddivisa in tre parte con tre capitoli per ciascuna parte:

Nella prima parte, l’Autore fa vedere che non si puó poi riconciliarsi con gli altri se no si é d’apprima riconciliati con sé stessi. Ecco la condizióne!. Potersi riconciliare rappresenta un cammino e un itinerario laborioso personale e comunitario, perché non ci sono solo le fratture e le divisioni intrapersonali ma anche interpersonali con incidenza nella comunitá e nella societá. La riconciliazione dovrebbe essere poi verificata. Se si vuole créscere, é necessarario accettáre il confronto specialmente con la parola di Dio e accettáre la formazione della coscienza morale permanentemente.

La seconda parte, fa vedere l’esperienza di colpa come una esperienza umana universale; ivi, non c’é solo colpa psicológica ma anche colpa morale. La prima é a volte legata a un certo “narcisismo primario” e provata come colpevolezza eccessiva, sproporzionata; la seconda, vista come “normale” quando é proporzionale e c’é una cáusa che la giustífica, ma sovente é apparsa come colpa assente o repressa. Qui c’é bisogno della parola di Dio per far scoprire il vero e normale senso di colpa morale, che é il riconóscere il male oggettivo fatto, accettando la propria responsabilitá e orientándosi a una riparazione, suscitando dopo l’impegno a riméttersi in cammino rispetto alla stasi. L’Autore vede la coscienza morale come la facoltá  di discernimento e di scelta del bene, nella consapevolezza che il senso di colpa morale ímplica il senso di colpa religioso inteso come peccato che risulterebbe in una trasgressione, infrazione, omissione o mancanza di comunione con Dio e con i fratelli. E allora che la colpevolezza religiosa riconosciuta e confessata puó diventare un fattóre di créscita e di conversione.

La terza parte, intitolata “istanze per una riconciliazione fruttuosa”, appórta delle indicazioni psicopedagogiche-pastorali specífiche prátiche perché un cristiano possa vívere adeguatamente il sacramento della confessione. Le indicazioni vanno indirizzate al passággio dal senso di colpa psíchico al senso del peccato, alla educazione della coscienza morale, alla responsabilitá e alla créscita e conversione permanente. Qui l’Autore prende in considerazione le caratterístiche e difficoltá di alcune tappe evolutive, infanzia, adolescenza, gioventú, ecc. Il c. VIII si riferisce specíficamente alla prática della confessione e a alcune forme contorte della confessione, come per esempio, la confessione falsa e superficiale, la scrupulositá, il masochismo, ecc., e il passaggio a una concezione piú adeguata del peccato e la riscoperta del perdono nel suo vero volto. Sono di interésse particolare i suggerimenti per i confessori riguardo agli atteggiamenti dell’ascolto nella confessione, di educazione al diálogo penitenziale e di incoraggiamento a camminare nella speranza.

Infine, il c. IX é dedicato al rapporto tra la confessione e la psicoterapía, alle domande indebite sia nell’ámbito religioso, sia in quello psicológico, alle somiglianze e differenze tra il ministro del perdono e il terapeuta, e alla relazione tra il soggetto e il ministro.

Il linguaggio di quest’ópera del Sovernigo non é troppo técnico, non mancando peró alla serietá e scientificitá. La interdisciplinarietá delle scienze psicológiche, pedagógiche e pastorali, sembra ben riuscita. Inoltre, la disposizione di abbondanti schemi e tabelle didáttiche aiútano a fare del libro una lettura amena, interessante e consigliábile.


 
 
 
 
 
 
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